Come trattare la cicatrice ipertrofica o cheloide e migliorare la guarigione delle lesioni
Quando il corpo umano subisce una lesione a livello della pelle o degli organi interni, inizia un processo fisiologico che ha come obiettivo quello di colmare l’interruzione che si è venuta a creare in seguito a un trauma, un evento patologico o un intervento chirurgico.
Questo è noto come processo di cicatrizzazione, che attraverso vari passaggi porta alla formazione di tessuto connettivo cicatriziale, necessario per colmare la perdita di materiale di tessuti e organi.
Nella maggior parte dei casi, come quando subiamo una ferita, un’abrasione o una piccola ustione, questo processo risulta totalmente invisibile, una volta guarito il tessuto.
Tuttavia, quando vengono coinvolti gli strati più profondi della cute o quando la guarigione devia dal normale processo di cicatrizzazione, a causa di una serie di eventi, allora si può venire a creare una cicatrice ipertrofica o un cheloide, che rappresentano un vero e proprio disturbo.
Quando ciò accade, e il processo di guarigione deriva in una cicatrice cheloide o in una cicatrice ipertrofica, è necessario intervenire per rimodellare la cute ed eliminare tutti i sintomi di questi disturbi.
Qual è la differenza tra cicatrice cheloide e ipertrofica e quali sono le cause di queste formazioni
Abbiamo accennato a come, quando il corpo umano subisce una lesione o una lacerazione, l’organismo risponda a questo evento traumatico o patologico con dei meccanismi di riparazione che seguono un percorso ben preciso.
La prima fase, che avviene immediatamente dopo la formazione della lesione, si concentra sul fermare l'emorragia, attraverso l’azione delle piastrine e dei fattori di coagulazione del sangue che vanno a formare un coagulo che rallenta la fuoriuscita di sangue e previene ulteriori sanguinamenti.
Successivamente, si ha la fase infiammatoria con l'attivazione del sistema immunitario, in cui le cellule danneggiate e morte vengono eliminate insieme a batteri, altri patogeni e detriti.
A questo punto ha inizio la fase di cicatrizzazione vera e propria, in cui il coagulo viene progressivamente sostituito da cellule connettivali, epiteliali ed endoteliali.
In pratica, attraverso meccanismi di proliferazione e moltiplicazione le cellule vanno a riparare il danno, creando nuovi vasi sanguigni e nuove fibre di collagene, che rappresenta il maggior costituente del tessuto connettivo umano.
Infine, le cellule epiteliali andranno a chiudere gli strati più superficiali della pelle, ripristinando in maniera più o meno fedele l’anatomia persa a seguito della lesione.
In alcune situazioni, però, quando vengono coinvolti strati profondi della pelle, a causa di una predisposizione genetica, della zona di cute interessata o per una sutura chirurgica non corretta, specie per lesioni ampie come quelle che derivano dal parto cesareo, il tessuto cicatriziale viene prodotto in eccesso, andando a formare una cicatrice ipertrofica o cheloide.
Ma quali sono le differenze tra cicatrice cheloide e cicatrice ipertrofica? Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Per quanto riguarda la cicatrice ipertrofica, questa deriva da una sovrapproduzione di collagene e si presenta con un aspetto ampio, spesso, irregolare e in rialzo rispetto alla cute, dalla consistenza dura e fibrosa che limita la flessibilità della pelle.
La caratteristica principale di questo disturbo è che, nelle prime settimane, la cicatrice si presenta come un cordone in rilievo, generalmente accompagnato da dolore, che tuttavia rimane all’interno dei bordi della lesione.
Per quanto riguarda i cheloidi, si tratta di un processo di ipertrofia che tende ad accrescersi oltre i bordi periferici della lesione, caratterizzato da un colorito scuro, da cute rialzata e da prurito. Inoltre, questo tipo di cicatrice tende anche a recidivare dopo asportazione chirurgica, diventando sempre più grande.
Indipendentemente dal fatto che si tratti di un cheloide o di una cicatrice ipertrofica, è necessario intervenire con terapie efficaci per ridurre la consistenza di questo disturbo, eliminare i sintomi come dolore e prurito e restituire alla pelle un aspetto sano.
Tutti i rimedi per trattare la cicatrice ipertrofica o cheloide
Quando il processo di guarigione delle lesioni non segue il normale decorso e si crea una cicatrice ipertrofica, cheloide o atrofica, questa condizione può causare diversi disturbi legati al dolore, alla consistenza e alla flessibilità della pelle, oltre a deformare l’aspetto estetico della cute.
Per questo motivo, è necessario trattare le cicatrici con terapie efficaci, in grado di ridurre l'aspetto fibroso in rilievo, derivato dall'eccesso di tessuto connettivo, e ristabilire una corretta anatomia della pelle.
La terapia a vibrazione locale si è dimostrata estremamente efficace nel migliorare e ridurre il cheloide o la cicatrice ipertrofica, attraverso la stimolazione del tessuto interessato.
Nello specifico, le vibrazioni agiscono in diversi modi, stimolando diverse reazioni: anzitutto le contrazioni muscolari generate dalla vibrazione locale sono in grado di migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, accelerando i meccanismi di rigenerazione e riparazione del corpo.
Questo permette di ottenere una maggiore elasticità del tessuto, andando a sciogliere le aderenze, che sono quelle fasce di tessuto fibroso-cicatriziale che si formano durante il processo di riparazione e vanno ad unire in modo anomalo porzioni di tessuto normalmente sono disgiunte.
In questo modo, le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi si riassorbono, diminuendo di spessore e volume, tornando ad una forma normale e più delineata.
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Utilizzare la vibrazione locale per trattare le cicatrici permette di ottenere una maggiore flessibilità e sensibilità, migliorando il risultato estetico.
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