Recupero dopo ictus: come ridurre l'ipertono e trattare la spasticità

Ecco i trattamenti per un recupero dopo ictus che migliori la qualità della vita

Il cervello è l’organo che controlla tutte le funzioni del nostro corpo, dal movimento al linguaggio, fino alle diverse reazioni che avvengono all’interno dell’organismo.

Tra le patologie che possono provocare danni cerebrali, l’ictus rappresenta quella più diffusa e, allo stesso tempo, una delle peggiori.

In Italia, infatti, ogni anno circa 150 mila persone vengono colpite da ictus (o stroke) cerebrale. Questa patologia vanta due tristi primati: si tratta della terza causa di morte (dopo le malattie del cuore e i tumori), e della prima causa assoluta di disabilità.

Infatti, le conseguenze dell’ictus possono essere davvero gravi e pregiudicare tantissime funzioni del nostro corpo, sia cognitive che motorie.

Per fortuna, grazie allo sviluppo della medicina e alle tecniche riabilitative sempre più efficaci, in molti casi è possibile ottenere un recupero dopo ictus davvero eccellente.

Quali sono le cause e le conseguenze dell’ictus cerebrale?

Quando si parla di ictus, ci si riferisce ad un evento che causa l’improvvisa chiusura o la rottura di un vaso cerebrale.

Questa distinzione è molto importante perché, di fatto, esistono due tipi di ictus: l’ictus ischemico che avviene a seguito della chiusura di un vaso che causa la mancanza di ossigeno e nutrimenti del sangue al cervello, e ictus emorragico, dovuto alla compressione causata dal sangue fuoriuscito da un vaso.

Che si tratti di un evento ischemico dovuto alla chiusura di un vaso, o di un’emorragia causata da elevati valori di pressione arteriosa, la mancanza di ossigeno e nutrienti per più di 2/3 minuti, porta alla morte delle cellule nervose, chiamate neuroni.

Come si può facilmente immaginare, questo processo patologico è di una gravità unica e porta a delle conseguenze davvero severe e invalidanti.

Tra le conseguenze più gravi dell’ictus possiamo trovare:

  • difficoltà di deglutizione
  • difficoltà a respirare
  • disturbi del linguaggio e della memoria
  • debolezza muscolare
  • spasticità e paralisi

Il recupero dopo l’ictus, almeno di parte delle funzionalità, è però possibile; ciò che occorre adottare è un approccio terapeutico mirato, grazie all’identificazione degli obiettivi che si vuole perseguire.

Ad esempio, l’ipertono da ictus e la conseguente spasticità muscolare, possono essere trattati in maniera molto efficace.

Vediamo, allora, come effettuare il trattamento della spasticità da ictus e il recupero di alcune funzioni nervose.

Spasticità motoria, una delle conseguenze più gravi dell’ictus

Tra le conseguenze che derivano da uno stroke cerebrale, la spasticità è una di quelle più comuni che colpisce moltissime persone, ed è caratterizzata da un’alterazione del tono muscolare, nota come ipertonia.

In condizioni normali, i muscoli, anche in assenza di contrazione volontaria, mantengono un’attività basale chiamata tono muscolare. In condizioni patologiche, come dopo un ictus, il tono muscolare può essere alterato.

L’ipertono da ictus è un aumento patologico del tono muscolare nelle parti del corpo già alterate dalla presenza di deficit di forza, come paralisi o paresi (blocco totale la prima, limitazione dei movimenti la seconda) che comportano un ulteriore difficoltà nei movimenti.

La mobilità è gravemente compromessa a causa di contrazioni muscolari involontarie, permanenti o saltuarie, che talvolta risultano essere anche dolorose e che colpiscono con maggiore frequenza gli arti superiori e quelli inferiori.

La spasticità si può sviluppare subito dopo l’ictus, sopraggiungere a distanza di mesi o addirittura anni dall’evento poiché, oltre a rappresentare una conseguenza diretta dello stroke, è influenzata anche da tutti quei processi che portano il sistema nervoso a riorganizzarsi per compensare tale danno.

Qual è il migliore trattamento per la spasticità da ictus?

Tra i vari metodi di trattamento della spasticità da ictus, l’impiego della terapia a vibrazione locale offre risultati davvero eccellenti in termini di recupero.

Le vibrazioni, infatti, penetrano all’interno dei tessuti, svolgendo delle azioni fondamentali: direttamente sul muscolo, sui nervi e nei processi di riparazione e rigenerazione.

Quando le vibrazioni raggiungono un muscolo, queste riequilibrano e normalizzano il tono, diminuendo la spasticità e i movimenti involontari. Inoltre, il loro effetto è tangibile anche a livello dei nervi, sollecitando lo scambio di informazioni attraverso la stimolazione del tessuto interessato, migliorando notevolmente la sensibilità.

Infine, questo approccio terapeutico è in grado anche di alleviare il dolore, interrompendo la trasmissione dei segnali dolorosi al sistema nervoso.

In questo modo, attraverso l’impiego della terapia a vibrazione locale, è possibile trattare la spasticità post ictus, permettendo un recupero dopo l’ictus che migliora sensibilmente la mobilità e la qualità della vita delle persone che soffrono per le conseguenze dello stroke cerebrale.

I dispositivi NOVAFON per il recupero dopo ictus

L’impiego della terapia a vibrazione locale nel trattamento della spasticità da ictus offre risultati davvero eccezionali, sia per quanto riguarda il recupero della mobilità, che nel controllo del dolore.

Per sfruttare al massimo l’azione terapeutica delle vibrazioni, scegli i dispositivi medici NOVAFON, che rappresentano l’eccellenza nel campo della riabilitazione e dell’autotrattamento di tantissime condizioni patologiche, dai dolori cronici a quelle neuromuscolari.

Inoltre, grazie alla sua Academy, NOVAFON offre la possibilità di partecipare a corsi di formazione e webinar gratuiti, per servirti al meglio dei dispositivi e tutti gli accessori.

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